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L'osteopatia: un sostegno per la salute

L’OMS ha definito la salute come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come un assenza di malattia, un’espressione di equilibrio strutturale e funzionale dell’organismo considerato nel suo insieme, rispecchia quindi una condizione di completa efficienza fisica.
L’osteopatia a tal proposito si sta dimostrando un valido aiuto nel migliorare e/o mantenere lo stato di salute. Il suo profilo professionale si sta inserendo in un’ottica di prevenzione primaria, secondaria e terziaria.
Studi scientifici stanno mettendo in evidenza come la stimolazione della pelle attraverso particolari tipologie di tocco possano mediare molti effetti per il benessere di una persona:

  • Diminuisce la percezione del dolore
  • Riduce l’infiammazione
  • Riassetto neuro neuro-miofasciale
  • Innalzamento capacità propriocettive e interocettive, migliora la propria consapevolezza
  • Migliora l’umore

Come lavora l’osteopata? E su cosa interviene il trattamento osteopatico?

L’osteopata lavora sulle informazioni provenienti da tutto il corpo intervenendo sulla FASCIA, lavora usando le mani, sia in fase di esaminazione che di trattamento; individua l’alterazione della dinamica tissutale, intesa come una zona palpatoriamente più rigida, meno mobile e avente una alta soglia di sensibilità o dolorabilità.

Cos’è la Fascia?

La Fascia è il tessusto connettivo che ricopre ossa, gruppi muscolari, articolazioni, vasi sanguigni, linfatici e nervi:

  • dal punto di vista meccanico sostiene e protegge l’integrità strutturale dell’organismo fungendo anche da sistema assorbente gli shock fisici grazie alle sue proprietà viscoelastiche e plastiche;
  • regola gli scambi di informazione nervosa e circolatoria (una miofascia contratta può costringere i tratti neurovascolari che collegano i muscoli tra loro ostacolando il passaggio del sangue e della linfa e alterando l’eccitabilità nervosa);
  • una buona fascia è fondamentale per il ritorno venoso e la circolazione linfatica;
  • campo di gioco del sistema immunitario.

Quella meraviglia del nostro corpo umano

Dal Convegno “Quella Meraviglia del Nostro Corpo Umano”, 20 novembre 2021, con la partecipazione di importanti medici e professori, è stato creato il libro che raccoglie gli interventi dedicati al corpo e alla sua interconnessione con l’ambiente. Il dottor Tommaso Ferroni, Presidente dell’Associazione Kairos Osteopatia, ha contribuito con l’articolo intitolato “I Ritmi della Salute in Osteopatia”.

I Ritmi della Salute in Osteopatia

L’osteopatia è una medicina manuale che, su indicazione del proprio Padre Fondatore Andrew Taylor Still (1828-1917), si basa sulla Ricerca della Salute. Non tratta quindi la malattia o la patologia, ma si incentra sul sostegno della salute del paziente, attraverso la ricerca dei ritmi corporei, da quelli più facilmente percepibili come il ritmo circolatorio o il ritmo respiratorio, a ritmi più sottili, difficili da palpare, delicati, ma allo stesso tempo molto potenti, tanto da poter dissipare disfunzioni a vario livello nel corpo.

Tali ritmi sottili riguardano la “Respirazione Primaria”, così denominata dal Dottor Sutherland (1873-1954), in quanto, a livello embriologico, secondo gli studi del dottor Blechschmidt (1904-1992), questo tipo di respirazione arriva prima degli altri ritmi. Si tratta di un ritmo molto lento, con fasi di ispirazione ed espirazione di 15, 30 o 50 secondi ciascuna e anche oltre. Attraverso la connessione che l’osteopata crea con questi ritmi sottili si va a ricercare e sostenere la salute del paziente, il quale, tramite l’approccio manuale dell’operatore, entra in una condizione di rilassamento profondo che viene definito “Neutro”, con una connotazione neurofisiologica di riduzione ai minimi termini dell’attività del Sistema Nervoso Simpatico.

In seguito a questa condizione di “Neutro”, il paziente entra nella possibilità di totale autoregolazione, attraverso una fase prolungata di inspirazione. Il trattamento osteopatico quindi non corregge e non cura, ma mette il sistema nelle condizioni di autoregolarsi al meglio e di conseguenza di autocorreggersi e, in ultima analisi, di autoguarirsi.

Il grande lavoro è fatto quindi proprio dal paziente. L’operatore in questa modalità di approccio è come un osservatore il più possibile afferente e sgombro da pregiudizi. Ecco perché è molto importante che sia il paziente stesso a richiedere il trattamento, che ci sia una volontà effettiva nel prendersi cura di sé…

L’osteopata accoglie il paziente mettendo in campo la più ampia capacità di ascolto manuale, attraverso l’utilizzo del tatto e del contatto. Il tocco delle mani su un singolo punto del corpo si espande, durante la seduta, verso l’ascolto e la percezione di tutto il sistema, per sentirlo nella sua globalità. Le mani non rappresentano un confine tra l’operatore e il paziente, ma una continuità.

E’ proprio nella globalità della persona che lavora l’osteopatia, in modo da percepire dove si trovano eventuali tensioni fasciali o irrigidimenti della struttura derivati, ad esempio, da lesioni cutanee per cause cicatriziali, come traumi, tagli cesari, appendiciti. Ciò può determinare una densità fasciale che, attraverso un contatto basato su un particolare approccio tecnico, può essere desaturata, anche a distanza di molti anni dalla lesione stessa. Tale concetto vale ugualmente per le lesioni ossee che determinano zone di densità, le quali nel corso della vita possono creare spine irritative e determinare frammentazioni nel sistema.
L’osteopata, suffragato da un’accurata competenza tecnica e dalla conoscenza dell’anatomia e della fisiologia, utilizza il suo approccio globale al fine di ricercare le cause di disomogeneità che, oltre a lesioni corporee, possono essere dovute anche a traumi emotivi. Quest’ultimi infatti possono creare uno shock sul sistema, riducendone il movimento in uno dei livelli di cui l’osteopatia si occupa, ovvero il livello strutturale, legato alle articolazioni, ossa e muscoli; il livello viscerale, che unisce e interagisce con i vari organi; e il livello craniale, legato alle membrane craniche, l’encefalo, il midollo spinale e l’osso sacro con la sua connessione con la dura madre.

Attraverso l’ascolto, la sintonia e l’armonia con i ritmi sottili, il trattamento manipolativo osteopatico può determinare le condizioni di omogeneità nel paziente che permettono un efficace meccanismo di autoregolazione.

Succede spesso infatti che il paziente, dopo il trattamento, nonostante possa comunque mantenere i sintomi del disturbo, si senta più sereno, abbia un atteggiamento meno sofferente, riesca a concentrarsi meglio, in generale noti un miglioramento della qualità della vita. E’ in questo contesto che si inserisce l’osteopatia, la quale non punta quindi alla risoluzione del problema, ma al mettere il sistema nelle condizioni di potersi prendere carico della propria problematica e, attraverso il sostegno dato dal campo operatore – paziente, a creare le premesse perché sia la persona stessa ad autoregolarsi al meglio, in modo che la situazione non sia più di tanto un disturbo nella sua quotidianità.

Ciò avviene sia nel paziente adulto, che sceglie coscientemente di prendersi cura di se, sia nel bambino e nel neonato, entrando nella sfera dell’osteopatia pediatrica, in cui, nonostante non si abbia inizialmente una vera consapevolezza, si ha poi solitamente un’accoglienza più pura, senza filtri, più incline all’affidarsi all’operatore e al lasciarsi andare.


da Kairos Osteopatia e Medicine Integrate